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Checklist anti-spam per le tue email: i 10 errori più comuni da evitare

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Hai creato una newsletter ben scritta, graficamente curata, piena di valore per chi la
riceve, ma poi scopri che non è mai stata letta. O meglio, non è nemmeno arrivata
nella casella di posta: è finita dritta nella cartella spam.
Succede più spesso di quanto immagini. Perché l’email marketing non è solo una
questione di cosa scrivi, ma anche di come lo invii. Parole sbagliate, link sospetti,
dettagli tecnici trascurati: basta poco per far scattare i filtri anti-spam.

Ecco perché abbiamo preparato questa checklist pratica e diretta: i 10 errori più
comuni
che mandano le tue email dritte nella cartella sbagliata e soprattutto, come
evitarli. Se vuoi che il tuo messaggio arrivi davvero a destinazione, questa guida è il
primo passo.

Perché serve una checklist anti-spam

Negli ultimi anni i filtri anti-spam sono diventati sempre più intelligenti, sofisticati e
severi. I provider (come Gmail, Outlook, Yahoo) analizzano ogni singola email sotto
decine di aspetti: da chi la invia, a cosa contiene, fino al modo in cui è stata
costruita.
Anche un piccolo errore può compromettere l’intera campagna: basta un mittente
sospetto, un oggetto scritto male o un link rotto, e l’email rischia di finire nel
dimenticatoio dello spam.

Ecco perché una checklist anti-spam non è un optional, ma una vera ancora di
salvezza. Non serve solo a controllare che sia tutto in ordine: ti protegge da errori
che possono danneggiare la tua deliverability, la tua reputazione e la fiducia che
i tuoi destinatari hanno nel tuo brand.

I 10 errori più comuni nell’email marketing

1. Oggetto fuorviante o tutto in maiuscolo

L’oggetto dell’email è il primo elemento che il destinatario vede e gioca un ruolo
cruciale nel determinare se l’email verrà aperta o meno. Utilizzare oggetti fuorvianti,
sensazionalistici o scritti interamente in maiuscolo può attivare i filtri anti-spam e
ridurre la fiducia del lettore.

Evita espressioni come “GUADAGNA ORA!!!” o
OFFERTA IMPERDIBILE!!!” e opta per titoli chiari, pertinenti e professionali che
riflettano il contenuto dell’email.

2. Assenza di autenticazione (SPF, DKIM)

I protocolli di autenticazione come SPF (Sender Policy Framework) e DKIM
(DomainKeys Identified Mail) sono fondamentali per garantire che le tue email siano
riconosciute come legittime dai provider di posta elettronica. Senza queste
autenticazioni, le tue email potrebbero essere considerate sospette e finire nello
spam. Assicurati di configurare correttamente questi protocolli per proteggere la tua
reputazione di mittente e migliorare la deliverability.

3. Liste non pulite

Inviare email a liste di contatti non aggiornate o non verificate può portare a un alto
tasso di bounce e a segnalazioni di spam. È essenziale mantenere le tue liste pulite,
rimuovendo indirizzi inattivi o non validi. Utilizza sempre il double opt-in: è il modo
più sicuro per assicurarti che chi riceve le tue email le voglia davvero. Una lista sana
non è solo una questione tecnica, è il primo passo per costruire relazioni solide e
durature.

4. Contenuti eccessivamente promozionali

Un contenuto troppo orientato alla vendita, con un linguaggio aggressivo o promesse
esagerate, può attivare i filtri anti-spam e allontanare i lettori. Evita termini come
GRATIS“, “LIMITED TIME” o “GUADAGNA ORA” e cerca di fornire valore reale
attraverso contenuti informativi e pertinenti. Un approccio equilibrato tra promozione
e informazione aumenta la fiducia e l’engagement.

5. Troppe immagini o solo immagini

Le email composte esclusivamente da immagini o con un rapporto testo-immagine
sbilanciato possono essere penalizzate dai filtri anti-spam. Inoltre, alcuni client di
posta bloccano le immagini
per impostazione predefinita, impedendo ai destinatari di
visualizzare il contenuto. Mantieni un equilibrio tra testo e immagini e utilizza sempre
il testo alternativo (alt text) per descrivere le immagini, migliorando l’accessibilità e la
comprensione del messaggio.

6. Mancanza del link di disiscrizione

Offrire ai destinatari la possibilità di disiscriversi facilmente dalle tue
comunicazioni non è solo una buona pratica, ma anche un requisito legale in molte
giurisdizioni. L’assenza di un link di disiscrizione può portare a segnalazioni di spam
e danneggiare la tua reputazione di mittente. Assicurati che ogni email contenga un
link di disiscrizione chiaro, visibile e funzionante.

7. Errori nel codice HTML

Un codice HTML malformato, con tag aperti e mai chiusi o errori di sintassi, può
causare problemi di visualizzazione e attivare i filtri anti-spam. Per evitare questi
problemi, usa sempre editor affidabili e strumenti di verifica che controllino il codice
prima dell’invio. Assicurati che il tuo HTML sia pulito, conforme agli standard e
compatibile con i principali client di posta elettronica: è una garanzia per far arrivare
il messaggio nel modo giusto, ovunque venga letto.

8. Frequenza di invio irregolare

Inviare email troppo frequentemente può infastidire i destinatari, mentre invii troppo
sporadici possono portare a una perdita di interesse o a dimenticanze. Una
frequenza di invio coerente e prevedibile aiuta a mantenere l’engagement e a ridurre
il rischio di segnalazioni di spam. Analizza il comportamento dei tuoi utenti e
adatta la frequenza di invio alle loro preferenze e aspettative.

9. Mittente generico o anonimo

Utilizzare un indirizzo email generico o anonimo, come “noreply@azienda.com“, può
ridurre la fiducia dei destinatari e aumentare la probabilità che le tue email vengano
ignorate o segnalate come spam. Opta per un indirizzo email personalizzato e
riconoscibile, che rifletta il tuo brand e favorisca l’interazione con i lettori.

10. Nessun test anti-spam prima dell’invio

Prima di inviare una campagna, è fondamentale effettuare test per verificare la
probabilità che l’email finisca nello spam. Molte piattaforme di email marketing
offrono strumenti per analizzare il contenuto, la struttura e gli elementi tecnici delle
tue email, identificando potenziali problemi. Utilizzare questi strumenti ti permette di
apportare correzioni prima dell’invio e migliorare la deliverability.

Prevenire gli errori con strumenti dedicati

Fortunatamente, oggi esistono piattaforme di email marketing che integrano verifiche
automatiche anti-spam, rendendo più semplice individuare e correggere questi errori
prima dell’invio.
Strumenti come rapidmail, ad esempio, includono un sistema che controlla la tua
newsletter e ti segnala eventuali criticità tecniche o di contenuto. Un supporto
prezioso per chi vuole lavorare in modo professionale, anche senza essere esperto
di deliverability.

Conclusione

Fare email marketing efficace non significa solo “mandare una bella newsletter”.
Significa raggiungere le persone, superare i filtri, rispettare le buone pratiche,
ispirare fiducia.
Una checklist anti-spam ti aiuta a non dimenticare i passaggi fondamentali, a evitare
scivoloni e a costruire un canale di comunicazione stabile, pulito, credibile. In
un’epoca in cui ogni casella di posta è sovraccarica, la qualità passa anche da qui:
essere tra i pochi che arrivano davvero, e non tra i tanti che finiscono nello spam.

Scritto da
Tobia Borrata

Ciao mi chiamo Tobia Borrata e sono un appassionato di internet e di blog. Sono il CEO, Autore, Responsabile, Copywriter e Blogger di Weareblog.it il sito che ti guida nel mondo dello shopping online. Amo scrivere contenuti utili ai miei lettori e guidarli sugli e-commerce affidabili per lo shopping.

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